Cosa sono i tracker? In un mondo dominato dal web, in cui quasi ogni attività lavorativa e non gira quotidianamente online, è difficile non essere venuti a contatto, seppur inconsciamente, con questa tecnologia.
I tracker si nascondono infatti negli angoli della rete, danneggiando privati e aziende in maniera insidiosa.
Come individuarli in maniera efficace? Come bloccarli per difendersi senza temere rischi?
Vediamo in questo articolo ogni dettaglio.
Indice dei contenuti
Cosa sono i tracker?
I tracker sono una tecnologia che serve a monitorare e spiare le attività di un utente nella rete, in modo da carpire informazioni e raccogliere dati da cui trarre vantaggio.
Sono incredibilmente diffusi nella rete e rappresentano una concreta e seria minaccia alla nostra privacy.
Questi strumenti sono molto insidiosi, perché agiscono all’insaputa degli utenti ed è difficile accorgersi della loro presenza.
Alcuni esempi sono le pagine web che condividono i dati con terze parti, le applicazioni che registrano informazioni – come la posizione del dispositivo – in qualunque momento o i beacon Bluetooth e Wi-Fi che monitorano la presenza e il passaggio degli utenti in una determinata area.
I tracker sono ovunque e carpiscono informazioni andando più in profondità di quanto pensiamo: basti pensare ai social media, dove sappiamo cosa pubblichiamo ma non siamo del tutto consapevoli dei dati che un social network estrapola e condivide.
Ogni nostra attività viene monitorata e nel tempo sono tanti i dati che si accumulano e che possono essere ricondotti a noi.
In alcuni casi l’utente viene messo al corrente dell’attività di tracciamento, e nella pagina web visitata appaiono messaggi che spiegano come, scegliendo di navigare in quella determinata pagina, si accetti di condividere i propri dati.
Molto più spesso, però, il consenso è implicito e i tracker trovano modi alternativi e soluzioni per raccogliere comunque i dati.
I tracker, quindi, sono programmi che tracciano e profilano gli utenti online, costruendo un profilo pubblicitario utile per diversi scopi.
Tracker: a cosa servono e come vengono sfruttati
Perché sono stati inventati i tracker? Quali sono i vantaggi che si possono trarre?
Intercettando e raccogliendo i dati sono tanti i benefici che si possono ottenere: basta sapere sfruttare sapientemente le informazioni e cogliere il valore strategico che veicolano.
Monitorando, per esempio, il comportamento di un utente online si può calcolare quanto tempo l’utente si sofferma su una determinata pagina, quali prodotti suscitano più interesse o quali azioni vengono eseguite con maggiore frequenza.
In questo modo ci si può fare un’idea dei gusti e delle preferenze dell’utente, pianificando una campagna di marketing mirata e inviando annunci personalizzati con alte probabilità di successo.
Si possono infatti suggerire contenuti su misura, proporre prodotti in linea con i gusti dell’utente o gonfiare il prezzo di un servizio di interesse.
Si può anche spiare le attività dei competitor e intercettare informazioni preziose che le aziende possono usare per sbaragliare la concorrenza e ottenere vantaggi competitivi.
Si possono delineare strategie più consapevoli e progettare manovre di business precise ed efficaci.
Ma non sono solo le aziende a sfruttare i vantaggi dei tracker: anche gli enti governativi fanno largo uso dei dati, per aumentare la propria area di controllo e limitare eventuali minacce o attacchi.
Come funzionano i programmi di tracciamento
I tracker agiscono nell’ombra e il loro punto di forza è proprio quello di essere difficili da individuare per poter agire indisturbati.
Per un utente medio sono praticamente invisibili e in silenzio raccolgono enormi quantità di dati violando la nostra privacy e accedendo spesso a informazioni sensibili.
Basti pensare che già il nostro stesso smartphone è in realtà un dispositivo GPS, in grado di comunicare la nostra posizione in qualunque momento: così facendo si può dedurre quali sono i luoghi che visitiamo di più, dove ci piace andare e quali mete potrebbero essere di nostro interesse.
I device personali, inoltre, una volta che sono connessi a Internet possono condividere inconsapevolmente file e tracce audio, dando vita a intercettazioni che possono rivelarsi molto pericolose.
Anche i social network sanno come raccogliere informazioni: Facebook, per esempio, sa con chi interagiamo, chi sono i nostri amici e quali contenuti leggiamo con interesse.
Siti come Amazon o Ebay sanno cosa mettiamo nel carrello, cosa acquistiamo e su quali annunci ci soffermiamo di più.
Nulla viene tralasciato e grazie ai tracker diventano accessibili anche le nostre cronologie ricerche, le applicazioni scaricate e i dettagli sugli acquisti online.
Oltre che informazioni come sistema operativo utilizzato, browser preferito, fuso orario e altri infiniti dati.
Per farlo i tracker si avvalgono di cookie specifici, estremamente malevoli e creati apposta per tali scopi.
A quali rischi si va incontro?
L’accumulo incessante di informazioni rappresenta una grossa minaccia per la nostra privacy: mettendo insieme i dati i malintenzionati possono farsi un’idea molto precisa di chi siamo e cosa facciamo, identificandoci con un profilo virtuale dettagliato e in costante aggiornamento.
Niente di ciò che facciamo passa inosservato e qualsiasi traccia lasciata online può essere usata contro di noi o a vantaggio di terze parti.
È importante ricordare che non sono solo informazioni apparentemente di poco conto a essere intercettate: spesso si riescono a ricavare anche informazioni sensibili relative al sesso, l’etnia, l’orientamento politico, la fede religiosa, la salute, la fascia di reddito e molto altro.
Dati sensibili che è giusto che restino riservati, ma che purtroppo vengono trafugati e riutilizzati.
Più informazioni vengono estrapolate e meglio il malintenzionato può tracciare il profilo di una persona reale.
Il profilo che si viene a creare prende anche il nome di fingerprint digitale e, per riassumere, può servire per:
- inviare campagne di marketing mirate che si adattino perfettamente ai gusti dell’utente
- violare la privacy dell’utente conservando informazioni sensibili utilizzabili per scopi illeciti
- proporre prezzi al rialzo su prodotti e servizi in linea con le preferenze dell’utente
- ottenere vantaggi nel mercato superando la concorrenza
Come difendersi dai tracker con efficacia
Ora che è chiaro cosa sono i tracker, la domanda che sorge spontanea è: come è possibile difendersi?
Abbiamo già detto che individuarli è quasi impossibile, ma ci sono dei segnali che effettivamente possono farci capire se può essercene uno oppure no.
Innanzitutto bisogna fare attenzione a un eventuale rallentamento nella risposta ai comandi: se in una pagina appaiono numerosi pop-up o nuovi toolbar indesiderati, allora è probabile che sia presente un programma di tracciamento.
Anche la difficoltà ad accedere a siti sicuri è un buon indizio, perché i tracker inducono gli utenti a collegarsi a pagine web di dubbia provenienza o a browser falsificati, in modo da poter carpire password o altri dati di accesso.
Bloccare i tracker: trucchi e accorgimenti
Un volta che è stata rilevata la presenza di possibili tracker, ci sono degli accorgimenti che si possono mettere in pratica per bloccarli e prevenirne l’insorgenza.
Iniziamo con la prevenzione: un buon trucco è aggiornare regolarmente il sistema operativo e il software utilizzati.
Rilasciando nuove patch di sicurezza, infatti, si può agire con efficacia sui vari punti deboli, impedendo agli hacker di sfruttarli per creare delle vie di accesso.
Parlando invece di device personali, è utile assicurasi che il proprio smartphone abbia un sistema di blocco schermo e che nel computer e negli altri dispositivi vengano utilizzate solo password complesse e sicure.
Si consiglia il sistema di autenticazione a due fattori.
Si dovrebbero poi controllare gli accessi, limitandoli solo al personale autorizzato per proteggere la rete e le applicazioni.
Per aumentare il livello di sicurezza, infine, è importante installare potenti antivirus e antmalware.
Come eliminare tracker già presenti nei propri dispositivi?
La soluzione è ricorrere a software specifici che rimuovano malware e spyware, facendo attenzione a colpire solo tracker malevoli e non quelli considerati innocui e finalizzati a migliorare l’esperienza online dell’utente.
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