Stiamo parlando di nuove competenze, nuovi servizi, nuovi scenari. La gestione avanzata dell’iperconvergenza va oltre la virtualizzazione delle risorse IT come server, storage e network intese come un software che gira su un hardware adatto alle esigenze.
L’iperconvergenza, o hyperconvergence, è la capacità di una serie di infrastrutture di riassumersi in un ambiente virtuale e controllato. E ha bisogno di una gestione avanzata. Ovvero di un approccio in grado di adeguarsi alle tendenze e alle sfide del futuro.
Oggi si parla di orchestrazione, automazione dei processi, analisi e diagnostica avanzata con integrazione cloud. Sono scenari avanzati? Non per noi, ecco qualche dettaglio in più per approfondire le tendenze che interessano la gestione avanzata degli iperconvergenza.
Indice dei contenuti
Automazione e orchestrazione
Il primo elemento dedicato alla gestione avanzata dell’iperconvergenza in ambito aziendale: l’automazione dei processi di iperconvergenza con integrazione e gestione automatizzata di infrastrutture informatiche complesse come quelle di storage e networking.
Il punto che ci permette di ragionare in termini di automazione della gestione avanzata dell’iperconvergenza è la necessità naturale per le aziende di trovare soluzioni per ridurre complessità e costi di gestione dell’infrastruttura, ottimizzando l’efficienza operativa
Questo si ottiene con l’automazione di compiti ripetitivi e l’ottimizzazione delle risorse che devono essere gestite attraverso l’orchestrazione. Dobbiamo ragionare intorno al provisioning delle risorse e la gestione delle configurazioni attraverso meccanismi automatizzati, che si svincolano e riescono ad adeguarsi in base alle esigenze.
Chi lavora sull’iperconvergenza ha bisogno di una gestione avanzata capace di anticipare le esigenze in termini di risorse utili agli scopi, scalare quando necessario e ottimizzare il tutto con la giusta orchestrazione anche per migliorare backup e processi di ripristino.
In questo panorama, i software di Business Process Automation (BPA) e i Robotic Process Automation (RPA) fanno largo uso del concetto di hyperautomation – automatizzazione dei processi interni – e possono aiutare le aziende a semplificare il passaggio. Soprattutto se si appoggia a un’esame di enterprise architecture.
Analisi e diagnostica avanzata
Un tema a parte è quello dedicato a ciò che abbraccia la gestione avanzata dell’iperconvergenza in termini di analisi e diagnosi. Chi lavora nel settore delle tecnologie dell’informazione sa bene che questo è un tema fondamentale che esige l’uso di tecniche avanzate e strumenti specializzati per garantire che l’infrastruttura iperconvergente funzioni correttamente. E gestisca sempre il carico di lavoro in modo efficiente.
Se l’iperconvergenza permette di gestire da un’unica interfaccia una serie di infrastrutture IT, si palesa anche la necessità di effettuare analisi avanzate e una buona diagnostica dell’infrastruttura in modo da gestire con un approccio proattivo eventuali problemi.
Le tecniche di analisi e diagnosi per i sistemi iperconvergenti includono il monitoraggio delle prestazioni in tempo reale di valori come CPU, memoria, storage e rete.
Poi troviamo l’analisi dei log per diagnosticare problemi di prestazioni e altri passaggi in termini di sicurezza. Ma i software disponibili sul mercato sono tanti così puoi monitorare l’analisi del traffico di rete e scovare problemi di latenza, congestione o perdita di pacchetti.
La scelta della soluzione giusta non è un dettaglio, sarà il tuo team di professionisti del settore IT a valutare le esigenze e definire i punti essenziali per scegliere i migliori tool di analisi e diagnostica avanzata. Vuoi un supporto utile su questo punto? Contattaci subito.
Innovazioni e integrazione altre tecnologie
Quando parliamo delle tendenze rispetto alla gestione avanzata dell’iperconvergenza aziendale non possiamo ignorare quelli che sono gli scenari di una possibile evoluzione in termini di edge computing, infrastruttura IT, tecnologia cloud e internet of thing.
Edge computing
Prendiamo come esempio l’integrazione dell’edge computing, un modello di calcolo distribuito dove l’elaborazione dei dati avviene il più vicino possibile alla richiesta (fonte Wikipedia). In questo caso, si prevede che l’infrastruttura iperconvergente sarà un supporto efficace per la sua implementazione grazie alla sua struttura compatta e scalabile.
L’obiettivo dell’edge computing è quello di migliorare i tempi di risposta, ridurre la latenza di elaborazione e risparmiando sulla larghezza di banda. Questa realtà genera grandi quantità di dati che rendono il cloud poco pratico, spesso si supera la capacità della rete.
L’iperconvergenza avanzata è progettata per rendere semplice e meno costosa la ridondanza hardware per applicazioni mission-critical. Ad esempio, un cluster HCI a tre nodi costa meno rispetto al mirroring di un server convenzionale.
Virtual Desktop Infrastructure
Grazie ai desktop virtuali è possibile accedere all’area di lavoro da qualsiasi dispositivo. Queste tecnologie possono essere ottimizzate in base alle necessità interne a livello di sicurezza. Il tutto per fornire un’esperienza sicura per l’utente, a prescindere dal dispositivo.
L’iperconvergenza è una buona piattaforma per gestire i desktop virtuali. Perché richiedono CPU, spazio di archiviazione, memoria e risorse di rete. Le aziende possono gestire i nodi HCI e installare risorse aggiuntive ogni volta che c’è una necessità in più da gestire.
AI e iperconvergenza
Anche l’integrazione di intelligenza artificiale e machine learning deve molto alla gestione avanzata dell’iperconvergenza. L’uso di queste tecnologie nelle piattaforme di Hyper Converged Infrastructure permette analisi predittive e automazioni intelligenti per consentire ai data center di ottimizzare le risorse e automatizzare le attività di routine.
Cloud ibrido
L’integrazione tra iperconvergenza e cloud pubblico/privato è un altro punto da considerare. Anche perché si sta passando a un sistema di iperconvergenza per cloud privato a quella per supportare un servizio pubblico che mira a semplificare la gestione delle risorse.
La combinazione di una tecnologia iperconvergente con una combinazione sapiente di cloud pubblico e privato porta a un approccio ibrido. Da un lato c’è un’infrastruttura cloud utilizzata esclusivamente da una singola organizzazione, dall’altro un modello di cloud computing come servizio esterno: grazie a questa combinazione, l’HCI (Hyper-Converged Infrastructure) diventa il perno del cloud ibrido che può gestire al meglio i carichi di lavoro.
In che modo ti può portare dei vantaggi? Noi sappiamo che l’iperconvergenza non è l’unica soluzione. Ci sono strade differenti per creare un cloud ibrido ma l’HCI offre un’opzione: la dipendenza dai nodi modulari che consente di scalare on-demand, in modo simile al cloud pubblico. Lasciando però il beneficio per chi deve alcuni carichi di lavoro in locale.
Le aziende e la gestione avanzata dell’iperconvergenza
Uno dei modi più semplici per ridurre la complessità aziendale è attraverso la standardizzazione. L’iperconvergenza si muove in questa direzione perché riduce i costi di gestione e manutenzione, semplifica la protezione delle risorse IT, elimina le frizioni e gli inconvenienti. Credi nella gestione avanzata dell’iperconvergenza ma non sai da dove iniziare il tuo percorso verso il futuro?
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